Vivere il bagno

Il bagno nell’arte dall’Ottocento a oggi

Quanto ci piace allargare le pareti che delimitano lo spazio del nostro bagno per viaggiare nel tempo e nello spazio, e approfondire il modo in cui viene percepito questo ambiente… anche in contesti molto diversi. Abbiamo deciso di intraprendere questo viaggio attraverso alcune opere d’arte che hanno il bagno come protagonista. Se hai voglia di seguirci, prego, si parte da qui.

Il bagno di Edgar Degas

Edgar Degas, Femme dans son bain s'épongeant la jambe

Il nostro viaggio comincia nel 1883 con Donna che fa il bagno, un pastello di Edgar Degas. Dalla fine degli anni settanta dell’Ottocento, il pittore inizia a ritrarre diversi nudi femminili, un soggetto non certo nuovo nella storia dell’arte, ma che lui decide di trattare in modo originale. Le donne di Degas sono colte senza alcuna civetteria, intente a svolgere semplici attività quotidiane, come lavarsi o pettinarsi i capelli. Momenti intimi colti da un punto di vista inconsueto, spesso non a favore del pubblico. Chi guarda l’opera si trova infatti alle spalle del soggetto ritratto, con l’impressione di cogliere un momento privato.

Ora abbandoniamo i panni, che non ci competono, dello storico dell’arte per vestire quelli, più comodi, di “studiosi del bagno”, analizziamo l’ambientazione del quadro e come il bagno diventa soggetto nell’arte. Ci accorgiamo, prima di tutto, che la donna non si trova in una stanza da bagno. A quel tempo, infatti, pochissime case possedevano un vero e proprio bagno, nella maggior parte delle abitazioni le attività di igiene e cura personale si svolgevano infatti all’aperto, in cucina o in camera da letto. Se guardi bene l’opera, ti accorgerai infatti che la vasca si trova vicino al letto – scorgiamo una parte della testata e le lenzuola. Piccoli dettagli che aumentano il realismo dell’immagine. E a proposito di realismo…

Il bagno di Marcel Duchamp

 

 

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Facciamo un bel salto temporale e arriviamo nel 1917. Questa è la Fountain di Marcel Duchamp, una delle opere più note dell’artista dada. L’orinatoio fa parte dei suoi readymade, oggetti di uso comune che diventano opera d’arte attraverso lo sguardo dell’artista.

La provocazione è senza dubbio molto grande. E, infatti, quando Marcel Duchamp presenta la sua opera alla Society of Independent Artists, questa viene censurata poiché considerata sconveniente. All’inizio del Novecento, l’orinatoio è un’immagine tabù, qualcosa da tenere nascosto e non certo da esporre al pubblico elegante che frequenta una mostra d’arte. L’originale Fountain, infatti, non viene mai esposta, e viene addirittura smarrita. A noi sono arrivate solo successive riproduzioni.

Il bagno di Annie Leibovitz

 

Viaggiamo ancora e arriviamo a questo bellissimo scatto della fotografa Annie Leibovitz che ritrae Whoopi Goldberg immersa in una vasca piena di latte. Corre l’anno 1984, a Annie Leibovitz viene commissionato da Vanity Fair un servizio sull’attrice emergente. La fotografia ha un significato politico: “Annie Leibovitz venne ispirata da una pièce teatrale della Goldberg in cui scherzava sull’uso della candeggina per schiarirsi la pelle”.

Quello che ci colpisce è la naturalezza della posa che scopriamo essere non premeditata: un attimo prima dello scatto l’attrice era infatti scivolata nella vasca mentre cercava di entrarci. Ecco spiegati la risata dirompente e la posa scomposta, tutto così naturale.

Il bagno di Fernando Botero

 

È il 1999 quando il pittore e scultore colombiano Fernando Botero dipinge El baño. Se conosci un po’ l’autore saprai già che le sue “firme d’artista” sono i corpi pieni e torniti, e la tavolozza di colori vivaci. In un articolo di Rita Celi per la Repubblica leggiamo:

“Non dipingo donne grasse. Io faccio uomini, animali, paesaggi, frutta con lo scopo di comunicare sensualità alla forma. A me piace comunicare questa pienezza, questa generosità, questa sensualità, perché la realtà è arida.”

Anche in questo caso, così come per Degas, non siamo di fronte a un soggetto isolato: i bagni, le vasche da bagno, le persone nude intente a lavarsi o a pettinarsi sono ricorrenti nell’opera di Fernando Botero. L’intento sembra quello di ricercare una monumentalità dei corpi attraverso le forme espanse, e di inserirle poi in contesti piccoli e senza nessuna epica, intimi e privati, come i momenti in bagno.

Il bagno di Maurizio Cattelan

 

 

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Di nuovo una toilette, ma questa volta in oro massiccio 18 carati e funzionante. Questa è America ​​di Maurizio Cattelan (2016), saltata agli onori delle cronache anche per essere stata trafugata durante una mostra al Blenheim Palace. Con l’aggravante che, trattandosi di un WC collegato al sistema idraulico del palazzo, il furto ha provocato danni e allagamenti.

Così come ha fatto qualche tempo prima Duchamp, Maurizio Cattelan in America mescola alto e basso, e accentua il contrasto attraverso il materiale pregiato con cui è realizzato il manufatto. Ancora una volta il WC viene scelto da un artista come soggetto per provocare e il bagno diventa protagonista nell’arte, mostrando ciò che di solito si tende a nascondere. Non passa inosservato anche il titolo: America, una chiara critica all’America di Trump.

Il bagno di Banksy

 

 

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Eccoci all’ultima tappa del nostro viaggio. È il 15 aprile del 2020, quasi tutta l’Europa è in lockdown per scongiurare il rischio di ulteriori contagi da Covid-19. Anche Banksy, il celebre street artist, è costretto entro le mura di casa. Lui, che ha scelto la strada come palcoscenico delle sue opere, decide di non fermare la sua arte e di pubblicare su Instagram un nuovo lavoro. Il soggetto? Il suo bagno di casa invaso da ratti che scatenano il caos. La didascalia è irriverente: “Mia moglie odia quando lavoro da casa.”

Il nostro viaggio nell’arte e nei bagni termina qui. Ma se vuoi trasformare il tuo bagno in un’opera d’arte, vieni a trovarci nella nostra boutique e-commerce.

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